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Olimpiadi PyeongChang 2018, Brignone e Tumolero atleti di bronzo!

Il medagliere dell’Italia alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 si muove ancora: dopo il fantastico oro firmato da Arianna Fontana e il quasi contemporaneo argento di Federico Pellegrino, ecco puntuali due splendidi bronzi: li portano a casa Federica Brignone e Nicola Tumolero, terzi rispettivamente nello sci alpino e nel pattinaggio velocità.

Ci pensa Federica Brignone ad augurare un buongiorno al Bel Paese. Quando da noi non è ancora giunta l’alba, la ventisettenne milanese conquista un ottimo terzo posto nel gigante femminile, finalmente disputatosi dopo rinvii a causa del vento. Davanti a tutti c’è l’inarrivabile statunitense Mikaela Shiffrin, seguita dalla norvegese Ragnhild Mowinckel; e poi c’è la nostra portacolori, autrice di una gara accorta ma efficace, al termine della quale riesce a stare dietro alla compagna Manuela Moelgg, che ancora una volta deve dire addio al sogno di una medaglia olimpica.

È una medaglia comunque storica per l’Italia in questa disciplina, dal momento che l’ultima risale a Nagano 1998 con Deborah Compagnoni. E lo sci alpino torna a festeggiare a sedici anni da Salt Lake City 2002, quando arrivò l’oro di Daniela Ceccarelli in SuperG. Per la Brignone è il coronamento di un’ottima stagione che l’ha vista salire sul podio di Coppa del Mondo in quattro occasioni.

Federica Brignone augura il buongiorno, Nicola Tumolero dà a tutti una meravigliosa buonanotte quando in Corea è già sera inoltrata. Nella gara conclusiva del programma, i faticosissimi 10000 metri dello speed skating, il ventitreenne piemontese coglie un risultato storico, frutto di tenacia e caparbia. Doveva essere una gara già scritta, con l’ennesimo oro dell’olandese Sven Kramer. Ma nello sport mai dare nulla per scontato, dal momento che il favoritissimo della vigilia, partito per ultimo, è autore di una inspiegabile debacle e di un anonimo sesto posto finale.

Così a prendersi il gradino più alto del podio c’è il canadese – nato nei Paesi Bassi – Bloemen, mentre l’argento va a un neerlandese a tutti gli effetti, Bergsma. E poi eccolo Nicola, cresciuto vedendo in tv le prodezze di Enrico Fabris a Torino 2006. Ora è proprio lui il suo allenatore e da lui ha appreso i trucchi del mestiere. Bravo a scendere sotto i tredici minuti di gara, ha dovuto attendere fino all’ultimo per poter gioire assieme al suo staff tecnico, con il quale ha acciuffato una medaglia e tanto di record italiano migliorato di sette secondi.

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