utenti online
Miranda-Callejon, Napoli-Inter, Serie A. mundodeportivo.com

Serie A, il post Napoli-Inter: Sarri frenato, nerazzurri contenti così

Mezzi pesi e mezze misure: l’eredità del big match Napoli-Inter è un bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno a seconda della prospettiva. L’analisi.

Zero a zero e palla al centro: il primo pareggio con gli occhiali per entrambe le contendenti va letto con una doppia ottica.

Di sicuro lo 0-0 del San Paolo scontenta la capolista Napoli. Era certamente inevitabile che prima o poi la stupenda macchina di Sarri si fermasse: fisiologico, dopo un inizio sprint fatto di vittorie in altrettanti turni, 24 punti e reti segnate a go-go.

Per la prima volta dal 25 febbraio 2017 infatti il tridente leggero Callejon-Mertens-Insigne è rimasto a bocca asciutta. Fattore che ha inevitabilmente influito sullo score finale. Morale della favola: se uno dei tre piccoletti non segna per Sarri è difficile fare punti.

A steccare è ognuno dei tre attaccanti. Particolarmente in ombra bomber Mertens, non freddo sottoporta quando Handanovic gli mura un tap-in abbastanza facile, e inconsistente nella gestione dei tempi a parte l’inserimento su Miranda con la zampata che lo sloveno gli devia in angolo. Callejon non al meglio per un ginocchio malconcio già al 45’, Insigne ci mette generosità ma è monotematico nella scelta delle soluzioni. Accade così che i migliori in campo siano due della retroguardia: Albiol, provvidenziale di testa sullo scavino di Vecino su Reina, e lo stesso portiere spagnolo, attento e bravo a sventare soprattutto sull’occasione di Borja Valero.

Dai difensori di una parte si va a quelli dell’altra. Anche dalla parte dell’Inter infatti i migliori in campo risultano gli uomini del reparto arretrato, con Spalletti che sta facendo guadagnare autostima a una difesa che fino all’anno scorso era ridotta a un colabrodo.

Handanovic abbassa la saracinesca in faccia ai napoletani ogni volta che riescono a sgusciare via al duo Miranda-Skriniar. Soprattutto lo slovacco sta facendo gongolare i tifosi nerazzurri: ascendente in crescita e tanti elogi dopo aver annullato il folletto Mertens.

Giocano bene però anche altri interpreti del 4-2-3-1 spallettiano. Nella serata in cui certo non brillano Icardi – poco servito, ma sempre potenzialmente mortifero – e Perisic, restano importanti le prestazioni di Candreva sempre puntuale a destra e soprattutto di Matias Vecino, tuttocampista che per poco non mata il Napoli con il triangolo micidiale ordito insieme a MI9.

A fine gara Spalletti e Sarri giocano a schermaglia: è tutto un “Il Napoli è come Goldrake” e “Sì? Lui il Ministro della Difesa”. Il responso del campo però è sempre quello: 0-0, mezzo vuoto e mezzo pieno.

About Alessandro Liburdi

Check Also

Cinquant’anni di calcio: un viaggio attraverso l’evoluzione

Cinquant’anni di calcio: un viaggio attraverso l’evoluzione

Negli ultimi cinquant'anni, il calcio ha subito una trasformazione straordinaria: dalle magliette pesanti delle origini alle tecnologie moderne, ogni decennio ha segnato un cambiamento. Riviviamo insieme questo viaggio attraverso l'evoluzione del gioco più amato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *