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Mondiali Bergen 2017: gli azzurri di Cassani ai raggi X

Nove uomini per un sogno chiamato Mondiale: Davide Cassani ha chiamato i migliori corridori del momento per tentare l’impresa di portare di nuovo in Italia la maglia iridata che manca dal 2008, quando Alessandro Ballan salì sul gradino più alto del podio a Varese. Sarà tutt’altro che facile a Bergen 2017, ma mai negli ultimi anni il commissario tecnico aveva potuto contare su un mix di atleti così in forma. Scopriamo uno ad uno di chi si tratta.

DANIELE BENNATI. Trentasei anni, toscano della Movistar. È il Cassani in strada: il nostro ct sa di poter contare ciecamente sull’esperto corridore aretino, che non a caso è stato per anni il braccio destro di Alberto Contador nei Grandi Giri. Spetterà a lui il compito di dirigere l’orchestra, di tenere gli animi pacati e di macinare chilometri per proteggere i capitani designati.

ALBERTO BETTIOL. Ventitré anni, toscano della Cannondale-Drapac. Uno dei volti nuovi del ciclismo mondiale: nella stagione delle Classiche ha dimostrato di che pasta è fatto, nell’intera annata è sempre stato nel vivo del gioco mettendosi più volte in evidenza nei finali ondulati. Se sarà corsa dura, lui potrà tornare utile alla causa collettiva.

SONNY COLBRELLI. Ventisette anni, lombardo della Bahrain-Merida. Lo scorso anno ha vinto tanto con la Professional Bardiani-Csf; quest’anno ha vinto molto meno al debutto nel WorldTour, ma non ha mai sofferto il grande salto in un team di grande livello. E quando ha potuto alzare le braccia, lo ha fatto in occasioni speciali, come alla Parigi-Nizza, alla Freccia del Brabante e alla Coppa Bernocchi. Su un percorso piatto ma non troppo come quello di Bergen e sotto un cielo uggioso come quello scandinavo, “l’uomo della pioggia” potrebbe costituire una grande arma: se sarà volata a ranghi ristretti, potrà essere della partita.

ALESSANDRO DE MARCHI. Trentuno anni, friulano della BMC. In salita lavora come pochi: non ha paura di andare in fuga sin dai primi chilometri oppure di menare dritto quando c’è da aiutare un capitano, è una delle garanzie su cui sa di poter contare Cassani.

GIANNI MOSCON. Ventitré anni, trentino del Team Sky. Un gran talento del presente e del futuro: il ragazzo sa vincere e aiutare la squadra e lo ha dimostrato in modo eccellente all’ultima Vuelta, in cui è stato indubbiamente tra gli uomini più preziosi al servizio del dominatore Froome. Devastante in pianura e forte in salita, entrerà verosimilmente in gioco negli ultimi giri, cercando di trascinarsi un gruppetto che possa far fuori avversari temibili. Sarà l’unico azzurro al via della cronometro, lui che è il campione nazionale di specialità.

SALVATORE PUCCIO. Ventotto anni, siciliano del Team Sky. Un lavoratore silenzioso, il passista trapiantato in Umbria: al servizio di Froome & Co. ha saputo ritagliarsi un suo spazio faticando con umiltà e dedizione. Qualità che metterà al servizio della nazionale italiana in Norvegia: sarà uno degli uomini fondamentali nella prima parte di corsa. “Un corridore che tutti i capitani vorrebbero in squadra”, le parole del ct romagnolo.

MATTEO TRENTIN. Ventotto anni, trentino della Quick Step Floors. È l’uomo del momento in casa Italia: quattro vittorie ottenute alla Vuelta a Espana (e la quasi maglia verde), a cui va aggiunta la perla alla Primus Classic in Belgio, ultima corsa premondiale. È il nostro piccolo Sagan: può dire la sua in volata come può attaccare, può essere il vero outsider del Mondiale, la mina vagante su cui vogliamo puntare.

DIEGO ULISSI. Ventotto anni, livornese della UAE Team Emirates. Ha sempre amato le prove del calendario italiano e faticato in quelle straniere. In questo mese, tuttavia, è riuscito a trovare il primo successo in una Classica vincendo al GP Montreal, in Canada. È di buon auspicio: sarà un atleta d’attacco a Bergen, dovrà tentare le mosse prima del finale e cercare di avere la meglio in un gruppetto molto ristretto.

ELIA VIVIANI. Ventotto anni, veneto del Team Sky. Se sarà un arrivo a ranghi compatti e se saprà farsi trovare pronto, sarà lui a doversi caricare sulle proprie spalle le responsabilità di capitano. Il campione olimpico della pista ha vissuto un eccellente mese di agosto che l’ha portato a vincere due Classiche WorldTour (GP Amburgo e Bretagne Classic); quella condizione sembra, in questo momento, un po’ scemare, ma magari il profumo di iride saprà galvanizzarlo di nuovo.

MARCO CANOLA E DAVIDE VILLELLA (riserve). In corsa c’è spazio per soli nove elementi, ma tanto di cappello a questi due ragazzi che si sono fatti valere nel corso della stagione: il primo, ventottenne veneto della Nippo-Vini Fantini, è stato in grado di vincere corse in tre Continenti (Europa, America e Asia), mentre il secondo, toscano della Cannondale-Drapac, è tornato dalla Vuelta con una preziosissima maglia a pois di miglior scalatore.

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