Mario Mandzukic Juventus-Atalanta, Serie A. LaPresse

Serie A, 15ª giornata, l’analisi: la Juve torna padrona, ecco perché

20’: tanto ci ha messo la Juve, nell’anticipo della 15ª di Serie A, a sbarazzarsi della bella Atalanta di Gasperini e riprendersi quello scettro scivolato nel fango di Genova.

La figuraccia clamorosa di Marassi vuole essere solo un pallido ricordo nella stagione bianconera. Detto fatto: con una mezz’ora da incorniciare, Buffon e soci hanno cancellato l’eco delle polemiche e dei mugugni post-Genoa e si sono ripresi, con forza, spirito di gruppo e coraggio.

Belli i primi due gol, di Alex Sandro e Rugani: prorompente l’azione del brasiliano che ha trovato il modo migliore per omaggiare i connazionali del Chapocoense morti nello schianto aereo di mercoledì in Colombia; agevole ma comunque significativo lo stacco di testa del difensore.

Segnali ottimi, per Max Allegri, proprio da quella difesa rimasta improvvisamente orfana di Bonucci e Dani Alves: le frecce all’arco del tecnico livornese restano tante, la rosa è più che competitiva, Rugani mostra miglioramenti di partita in partita e Alex Sandro si conferma ottimo incursore sulla fascia sinistra, con quel gol che per determinazione e forza fisica è il condensato della partita juventina dello Stadium. E di quello che la Juve vuole essere da qui alla fine della stagione.

Infine, il sigillo d’autore di Mario Mandzukic, il migliore in campo in assoluto: la zuccata di testa è solo la ciliegina sulla torta di una prestazione guerriera, leonina, muscolare e disposta al sacrificio perenne in ogni zona del campo. Il croato conferma il suo ottimo stato di forma fra Juve e nazionale e si candida a ricoprire un ruolo importante nella Juve che verrà in questo dicembre: ultimo impegno Champions, Serie A e Supercoppa di Natale impongono ai bianconeri di avere sempre il motore a mille, e uno come SuperMario alla Signora servirà eccome.

Due, gli unici nei della serata: il gol subito da Buffon – sarebbe stato meglio non prenderne per il morale – e soprattutto la confermata astinenza di Higuain, a secco da ben 4 partite. Una notizia, per uno come il Pipita che l’anno scorso aveva abituato a medie/gol paurose. Sullo sfondo ora Dinamo Zagabria, Torino, Roma, Crotone e Milan: lì l’argentino dovrà farsi valere

Capitolo Atalanta: in tanti aspettavano la Dea bergamasca al varco per testare una volta per tutte le sue ambizioni d’alta classifica. Sono bastati 20’ per capire che non era questa la partita giusta. Esame rimandato dunque, anche se l’azione del 3-1 di Freuler ha fatto vedere, in margine ma non troppo, che i nerazzurri di Gasperini sono squadra valida e tonica e sanno segnare a chiunque  in tutte le salse.

Bisognerà vedere ora se la Dea avrà subito il contraccolpo psicologico oppure se la sconfitta sarà già acqua passata.

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