Icardi Inter-Juve Serie A, foto Ap

Serie A, analisi posticipi 4ª giornata: Inter gigantesca; Fiorentina di fino

Cadono le due grandi della Serie A, negli anticipi della 4ª giornata: Juve annichilita a San Siro da un’Inter magica; Roma k.o. a Firenze e giù di morale.

INTER-JUVENTUS 2-1. Nel segno di MI9: ancora una volta Mauro Icardi contro la Juve ci mette lo zampino. È lui a guidare la Benamata nel derby d’Italia di fine estate contro i bianconeri che sancisce l’entrata in gloria di Frank De Boer, alla prima vera vittoria (la seconda in realtà in Serie A, e sempre in rimonta) e capace finalmente di rompere un tabù che a San Siro vedeva l’Inter non vincere contro la Signora da ben sei anni.

Maurito ha condotto in porto la gara tatticamente perfetta dei nerazzurri, per un pomeriggio eccezionali in tutti i reparti: con Murillo e Miranda fenomenali nel bloccare Mandzukic, con Joao Mario e Banega perfetti nell’impostazione della manovra e con tutta la squadra che si è mossa perfettamente per disinnescare i due uomini di maggior fantasia juventina, ossia Paulo Dybala e Miralem Pjanic – praticamente mai entrati in partita.

Grandissima gara come incursori anche per Eder e Candreva: un reparto d’attacco finalmente rinnovato e con Maurito che continua a segnare a raffica. Quarto gol in quattro partite, rimonta al gol di Lichtsteiner che parte dai suoi piedi immediatamente dopo e si concretizza con il bell’assist per Perisic. Per Icardi, contro la Juve, ci sono addirittura 7 gol in 8 partite: un cecchino, praticamente. È presto chiaramente per parlare di Inter da scudetto, ma se i deboeriani giocano così niente può sembrare impossibile.

Juve invece completamente rimandata su tutta la linea: a parte Alex Sandro la squadra è rimasta completamente impallata e in balia del pressing aggressivo dei nerazzurri. Difesa ancora piena di sbavature: come se qualcosa si fosse scollato davanti a Buffon. A centrocampo l’impressione è che manchi qualcosa sia nell’interdizione che nella grinta. In avanti la scelta di preservare Higuain mettendolo solo a partita compromessa non ha pagato. Qualche dubbio sulla gestione-cambi di Allegri resta. Per fortuna mercoledì c’è la partita col Cagliari e lì la Juve deve assolutamente far vedere delle risposte.

FIORENTINA-ROMA 1-0. Le stesse risposte che, nonostante tutto, Spalletti continua a invocare dai suoi senza riceverne. La sua Roma resta inchiodata al palo (di Nainggolan) e al gol subito dal peggiore in campo Badelj viziato da un fuorigioco attivo di Kalinic non visto da Rizzoli. È il primo k.o. in Serie A per i giallorossi, ma pesa tanto perché si fallisce l’aggancio in vetta al Napoli.

Roma migliore e più propositiva senz’altro nell’impostazione del gioco, con tre pericoli in fotocopia e un papabile rigore per l’affossamento in area di Tomovic su Dzeko. Una partita che nonostante tutte le occasioni della ripresa sembrava avviarsi verso lo 0-0, col clamoroso palo del Ninja belga ad anticipare di due minuti il jolly che decide la gara e batte bandiera croata: sul tiro di Badelj però Nikola Kalinic influisce eccome pur allargando le gambe per far passare il pallone, ma il fuorigioco era abbastanza evidente.

La Viola trova al Franchi la seconda vittoria consecutiva del campionato e, in attesa del recupero col Genoa, può dormire sonni abbastanza tranquilli. La Roma invece resta in crisi d’identità: la clamorosa rimonta con la Sampdoria sembra di un’era fa e tutti i dubbi spallettiani restano

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