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Morata Juventus-Inter Coppa Italia
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Coppa Italia, Juve-Inter 3-0: un’altra lezione in bianconero

Lezione magistrale, allo Stadium: la firma è della Signora. Juve-Inter, semifinale d’andata di Coppa Italia, finisce 3-0. I bianconeri ipotecano la finale.

La serata torinese certifica due cose più una: la squadra di Allegri è ormai un rullo inarrestabile (quinta vittoria consecutiva in un gennaio finora stellare, con un solo gol al passivo e tanti, tanti gol segnati) e brilla di luce grazie ai colpi del campione ritrovato e del piccolo trascinatore.

Il primo è Alvaro Morata, che in 90’ spezza un digiuno lungo 4 mesi (non segnava dal 4 ottobre con il Bologna) e mette a tacere tutti i mugugni che lo riguardavano segnando una doppietta fantastica: frutto di corsa, abnegazione, pressing alto e velocità che spaccano la partita e mettono costantemente in ambasce la difesa nerazzurra.

E Allegri ora può sorridere, davanti al rigore del 36’ (fallo deciso di Murillo su Cuadrado solo davanti a Handanovic) e alla ruotata di destro sul piede-perno del 63’ dopo un batti e ribatti in area: tutte buone premesse per la seconda parte di stagione.

Anche perché c’è anche il secondo personaggio, il piccolo trascinatore: quel Paulo Dybala che finora ha praticamente sempre timbrato il cartellino in questo inizio anno e che, entrato nel finale di gara per sostituire il gladiatore Mandzukic, manda in visibilio lo Stadium, piazzando la stoccata finale del 3-0. Il piccolo Re Mida venuto dall’Argentina studia per diventare un grande.

Insomma, se la Juve non è in finale poco ci manca. Anche perché – ed è questa la terza notizia – l’Inter è davvero in crisi nera. A parte la vittoria, stentata, con l’Empoli i nerazzurri hanno raccolto in questo mese una miseria: due pareggi anemici e due sconfitte importanti, compresa quella di stasera.

Che, più che una sconfitta, sembra una capitolazione: squadra involuta e nervosa, difesa sfasata e traballante dappertutto dal centro con Miranda e Murillo inguardabili e un D’Ambrosio che sulla fascia sbaglia qualsiasi cosa, centrocampo tanto muscolare quanto disordinato, attacco senza idee e orientamenti.

Insomma, Mancini la perde su tutta la linea e rimanda al derby le speranze di resurrezione della sua Inter: orfana sempre più del gol (appena tre gol fatti da inizio gennaio) e di tutte le sicurezze che l’avevano riguardata a inizio stagione, quando qualcuno ricominciava a parlare di scudetto.

Serataccia – e notte piena di incubi – in casa nerazzurra (nel ritorno del 2 marzo a San Siro non ci saranno neppure Miranda, ammonito e in diffida, e Miranda, espulso per doppio giallo nel finale per un fallo sull’inarrestabile Cuadrado). A Vinovo e Torino invece si respira un clima di grande entusiasmo: la Juve fa la voce grossa in Italia e si prepara alla volata finale verso i trofei.

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