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Baia di Guanabara contaminata

Olimpiadi Rio 2016, acque troppo sporche: salute degli atleti ad alto rischio

Acque così contaminate da feci umane che gli atleti corrono il serio rischio di contrarre malattie: a un anno dalle Olimpiadi Rio 2016, scoppia la bolla inquinamento.

Un’inchiesta della Associated Press non lascia spazio a rassicurazioni: l’agenzia di stampa americana ha preso due campioni d’acqua dai due siti principali della città brasiliana – la baia di Guanabara e il lago Rodrigo de Freitas – e le ha fatte testare a esperti di università brasiliane e americane.

I risultati? A dir poco sconvolgenti. Basta che un atleta ingerisca 16 millilitri d’acqua (equivalenti a tre cucchiaini) e correrà il 99% di probabilità di contrarre un virus. Questa la pericolosa considerazione di Kristina Mena, professoressa associata al University of Texas Health Science Center di Houston.

L’inchiesta della AP cozza terribilmente contro le promesse del sindaco carioca Eduardo Paes che ha rassicurato sull’immediata apertura delle opere di bonifica. Inoltre, gli ufficiali medici del CIO e di Rio 2015, sempre secondo l’inchiesta della AP, si sono limitati a effettuare solo test batteriologici.

Se avessero invece compiuto studi più approfonditi sulla presenza di virus nelle acque di Guanaraba, avrebbero invece scoperto che la presenza di virus e batteri in acqua è 1,7 milioni di volte più alta rispetto, ad esempio, a quella delle acque californiane.Baia di Guanabara 2

Insomma, pura acqua di fogna – come denunciato dal biologo marino John Griffith. Un problema che però viene da molto, molto lontano: già dal 2009, data di assegnazione delle Olimpiadi a Rio, le autorità brasiliane promisero che avrebbero ridotto l’inquinamento della baia di almeno l’80%.

A un anno esatto dall’inizio delle gare, invece, la situazione è in alto mare. E in un mare del tutto sporco e pieno di immondizia.

Ancora peggiore è la situazione del lago Rodrigo de Freitas: qualche mese fa alcuni pesci morti in superficie fecero suonare l’allarme sulle bonifiche mai partite (sarebbero spettate alla multinazionale Ebx, ma una volta presi i soldi tutto si è fermato).

Più di qualcuno ha denunciato la presenza elevatissima di adenovirus umani, attivi e infettivi, nelle acque del lago. Insomma, c’è l’altissimo rischio di prendersi chissà quale malattia dalle parti del Rodrigo de Freitas, una laguna posta a sud di Rio de Janeiro: c’è chi ipotizza possibili infezioni e malattie all’apparato digerente, da un semplice vomito e diarrea fino a danni più gravi al cuore e al cervello.

Già lo scorso anno, le gare preolimpiche di vela avevano visto numerosi sportivi lamentarsi dell’eccessivo inquinamento delle acque brasiliane: in quell’occasione furono avvistati rifiuti di ogni tipo, escrementi umani e cadaveri di animali.

Secondo la stessa ISAF, molti atleti ebbero in quell’occasione febbre e disturbi gastrointestinali durante tutta la loro permanenza in Brasile; fatti tra l’altro confermati dalla federazione nazionale austriaca (con i propri atleti che sono stati a Rio nello scorso mese di luglio).

Insomma, serpeggia un’inquietudine abbastanza pesante sulle competizioni di tutte le discipline acquatiche che si svolgeranno a Rio 2016 nelle acque indicate: oltre alla vela, ci saranno anche canoa, canottaggio, nuoto in acque libere, triathlon.

Lo stesso presidente del CIO, Thomas Bach, ha garantito il suo impegno per bonificare l’area e permettere il regolare svolgimento delle gare. Con la speranza che anche le istituzioni brasiliane intervengano: non solo per salvare le Olimpiadi di Rio, ma anche per la salute delle migliaia di persone che vivono in prossimità di quelle acque.

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