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Toni cucchiaio al Milan

Toni e Icardi: l’eleganza folle del cucchiaio

Cos’hanno in comune Luca Toni e Mauro Icardi? Niente, assolutamente niente. Italiano, ed ex campione del mondo, il primo; argentino il secondo. Il primo è un veterano di 38 anni suonati; il secondo di primavere ne ha appena 22 – un’altra generazione calcistica. Il primo, dopo tanti anni di onorata carriera tra la provincia e l’Europa che conta (innumerevoli le squadre attraversate), si è accasato a Verona; il secondo dalla provincia è andato via andando a giocare nell’Inter del progetto del rinnovamento.

Fin qui, un sacco di differenze. Eppure, i due hanno una prima cosa in comune: sono anche quest’anno in doppia cifra nella classifica marcatori: 10 gol Toni, 15 Icardi – da ieri vicecapocannoniere insieme a Tevez.

La seconda cosa è che il gol che ha portato entrambi in doppia cifra è scaturito da un calcio di rigore. E mica un rigore così banale, ma col cucchiaio. Quel gesto atletico, e parecchio folle, che è stato coniato da un altro campione a Euro 2000: Francesco Totti, colui che scavò dal dischetto nella lotteria dei rigori durante la semifinale, storica, contro l’Olanda.

Da allora, tanti hanno emulato il gesto del Pupone giallorosso, in ogni angolo d’Europa e d’Italia. Negli ultimi tempi si era esibito in un cucchiaio decisivo anche Antonio Candreva durante Udinese-Lazio. Parliamo comunque di un gesto che può dare due risultati: o la gloria, o la vergogna (ricordate lo sciagurato tentativo di Maicosuel dell’Udinese, alla fine dei preliminari di Champions League del 2013 contro lo Sporting Braga).

Tra sabato e domenica, anche Toni e Icardi hanno preso e scavato con una perla che ha messo a sedere i rispettivi portieri avversari, e non hanno fatto nessuna brutta figura.

Anzi. L’attaccante modenese l’aveva promesso ai compagni: «prima che smetto di giocare, voglio fare un gol su rigore col cucchiaino». Detto fatto: e in un posto che evoca la storia del calcio come San Siro. Esecuzione non proprio rotonda, ma risultato garantito e palla nel sacco.

Ieri, in uno scenario diverso ma comunque importante, Mauro Icardi ha ripetuto il cucchiaio che è insaccato con una parabola morbida anche se molto lenta, che ha fatto rabbrividire i tifosi nerazzurri. Maurito però ha spiazzato Andujar e dato ai suoi l’agognato pareggio, dimostrando di avere tanto sangue freddo.

Alla fine, non importa chi faccia un gesto bello: se sei un ariete di 38 anni o un tamarro di 22, l’importante è il risultato. Sempre.

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