La notizia che non t’aspetti arriva questo giovedì 18 dicembre 2014 e scuote, per l’ennesima volta, il mondo del ciclismo. Mauro Santambrogio è stato trovato positivo ad un controllo antidoping effettuato a sorpresa dall’Uci lo scorso 22 ottobre: testosterone la sostanza incriminata.
Il corridore ha appena finito di scontare la squalifica inflittagli in seguito alla positività nella prima tappa del Giro d’Italia 2013 (edizione in cui si impose nel mezzo di una tempesta di neve sul mitico Jefferau) e si era appena accasato alla Amore & Vita di Ivano Fanini, da sempre disposto a dare una seconda chances a corridori in difficoltà.
Senza voler tornare a scandagliare gli ultimi mesi dell’atleta lombardo – e dei difficilissimi momenti depressivi che ha dovuto attraversare quando tutti sembravano averlo abbandonato – questa notizia appare dunque come un fulmine a ciel sereno, perché ha come protagonista colui che stava cercando di rinascere sportivamente ed umanamente.
Ma lui non ci sta e si difende, rivelando le cause di questa nuova positività. Dichiarando di avere la coscienza pulita, attribuisce ai problemi di erezione riscontati dall’urologo durante la scorsa estate la necessità di assumere testosterone. Il giorno della visita degli ispettori incaricati dall’Unione Ciclistica Internazionale racconta di aver esibito i certificati che testimoniassero l’assunzione dell’ormone, chiamando anche il dottor Mario Zorzoli per spiegargli l’accaduto.
Il trentenne di Erba prosegue dicendo che non avrebbe avuto alcun senso doparsi senza ancora sapere della chiamata della sua nuova squadra ed afferma di non voler neanche chiedere le controanalisi perché l’esito non potrebbe essere diverso dal campione A.
Ribadendo ancora una volta di essere pulito e di avere la coscienza a posto, il vincitore della Tre Valli Varesine 2009 è cosciente delle molte critiche e degli “insulti” che potrebbero piovergli addosso, ancora una volta, ma per lui questa è la verità, al di là di chi possa crederci o meno.
Il ciclista è stato momentaneamente sospeso fino alla conclusione della vicenda.