70’ di dominio, poi il finale da amnesia proverbiale: Inter-Sampdoria, anticipo della 10ª di Serie A, ha fornito tanti spunti soprattutto in chiave interista. Vediamo quali.
Certo che i dubbi a questo punto vengono sempre di più: ma questa Inter è davvero da scudetto? Stando alla classifica di Serie A, a pochi minuti dall’inizio del grosso del turno infrasettimanale, viene da dire di sì, visto che la capolista temporanea è proprio la squadra nerazzurra, reduce dallo squillante e ‘ambivalente’ 3-2 di ieri con la Sampdoria.
D’altronde, con 26 punti in 10 partite sperare è lecito: ancor più se si pensa che l’Inter ha già incontrato due big come Roma e Napoli, trionfando all’Olimpico e soprattutto lasciando indenne il temibile San Paolo. La prova di forza contro la Doria ha portato i tre punti, per merito di un primo tempo a tutta, con i gol che hanno bissato i pali (o viceversa?).
I gol degli ex Skriniar (sta nascendo un nuovo Samuel?) e del solito, incommensurabile Icardi nella prima frazione hanno portato alla luce tutte le virtù del calcio spallettiano, fatto di fitte reti di passaggi e di tecnica e velocità sulla trequarti, dove Perisic (mostruoso in tutte le fasi), Borja Valero e Candreva hanno spesso fatto il bello e il cattivo tempo.
Della serata il tecnico di Certaldo salverà senz’altro questo, oltre che l’altro gol di Icardi giunto in contropiede: il 100esimo di Maurito in Italia. Non potrà fare altrettanto invece con la fase difensiva, apparsa lacunosa e caotica quando la fino ad allora impalpabile Sampdoria ha deciso di accelerare i motori e di provare, se non altro, a gettare il cuore oltre l’ostacolo, capitanata dal re Fabio Cuor di Leone Quagliarella.
Le reti di Kownacki e di Caprari hanno riaperto le solite crepe nella difesa interista, forse acuite dai cambi non proprio azzeccatissimi di Joao Mario e Santon.
La Sampdoria non esce certo ridimensionata dalla sfida, perché ha dimostrato di potersela giocare perfino con la grande Inter. I nerazzurri, dal canto loro, se ne vanno per adesso: ricordando però che per vincere lo scudetto tutto deve essere perfetto, specie in difesa.