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Mandzukic-Higuain Palermo-Juve, Serie A

Serie A, analisi anticipi 6ª giornata: Juve una fatica; il Napoli fila. Ma l’avvio è un boom!

Passo indietro sugli anticipi della 6ª di Serie A: la Juve vince faticando però tanto a Palermo; il Napoli piega bene il Chievo. Avvio boom per entrambe.

C’è una premessa da fare per entrambe: nonostante il gioco poco brillante espresso dalla squadra di Allegri, e nonostante dall’altra parte la partenza di Higuain dalla tana di Sarri, Juve e Napoli sono in formissima almeno a guardare i punti fatti.

Dopo sei giornate infatti i bianconeri fanno segnare un netto +10 rispetto al 2015 (quando la partenza, si sa, fu disastrosa: difficile fare peggio, ma la matematica non è mai un’opinione); gli azzurri sono a +5 rispetto a un anno fa. Miglioramento netto complessivo di +15: le due squadre leader di questa Serie A ci tengono a sottolinearla, la loro supremazia.

PALERMO-JUVENTUS 0-1. Risultati a parte però la Juve a Palermo ha fatto ben tre passi indietro rispetto allo scoppiettante 4-0 di mercoledì col Cagliari.

In primis a centrocampo, con Khedira in calo fisico, Pjanic letteralmente involuto e Lemina tanto bravo in interdizione quanto astruso in impostazione. Al centrocampo bianconero mancano attualmente le chiavi giuste, e Allegri dovrà inventarsi qualcosa di più o pretendere magari un’abnegazione maggiore dagli uomini chiave.

In secundis la questione-infortuni: da valutare le condizioni di Rugani, uscito dopo mezz’ora, e quelle di Asamoah, uscito ieri per infortunio a cambi finiti: per la difesa, dopo il guaio capitato a Benatia, il forfait dell’ex empolese costringerebbe a ricorrere al BBC che a tratti è ancora inespugnabile ma rischia di logorarsi a livello fisico; il ghanese è un ricambio che serve come il pane, e perderlo non sarebbe una passeggiata.

In tertiis, l’esperimento Higuain-Mandzukic nel giorno dell’esclusione/preservamento di Dybala, non è andato a buonissimo fine: tanto sacrificio da parte di entrambi, croato ammirabile per dedizione addirittura nel finale quando si è impiegato da difensore aggiunto. Quello che si chiede loro però sono i gol: per arrivare lontano.

NAPOLI-CHIEVO 2-0. Al Napoli il San Paolo porta benissimo, come sempre: un talismano che finora agli uomini di Sarri ha fruttato tre successi su tre, tutti col doppiaggio all’avversario di turno: 4-2 al Milan, 3-1 al Bologna e ora appunto il 2-0 al lanciatissimo Chievo di Maran, che subisce la prima vera battuta d’arresto di questa stagione nonostante un secondo tempo generoso.

Per Sarri invece le belle notizie arrivano dal rimpiazzo e dalla bandiera: primo squillo di Gabbiadini, che finalmente si prende la scena con Milik in panchina e spazza via tutti i mugugni che continuano ad attorniarlo dal tempo del suo arrivo a Napoli; altra perla suggestiva alla collana partenopea messa a segno da capitan Hamsik, un Marekiaro che sotto al Vesuvio vale come La certezza autentica di un futuro sempre azzurro.

Il gioco poi, ma non è un mistero, fila che è una bellezza: delizioso, bello, armonioso, a tratti spettacolare per quanto è brillante e pieno di grazia. Il Napoli sta dimostrando un’intensità tecnica e uno spirito di gruppo molto importanti che lasciano ben presagire per il resto della stagione.

D’altronde il doppio impegno Serie A –Champions farà segnare altre fatiche, ma Sarri può non preoccuparsi: il tradimento di Higuain è stato abbondantemente metabolizzato dal gruppo, che ha anche migliorato la differenza reti dopo 6 giornate rispetto allo scorso anno: 12/7 l’anno scorso, 14/5 quest’anno.

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