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Mondiali Londra 2016, l’Italia ritorna in pista: Ganna guida la rinascita azzurra

L’Italia ritorna in pista. Dopo un paio di decenni di buio profondo, in cui nessun nostro rappresentante è stato in grado di farsi valere nelle competizioni internazionali, ecco giungere il tanto agognato cambio di rotta. I Campionati mondiali di ciclismo su pista di Londra 2016 hanno difatti certificato la nuova rinascita di uno sport che tante soddisfazioni ci ha regalato negli anni addietro, ma le cui ultime medaglie risalivano alla fine dello scorso millennio.

In termini numerici potremmo parlare di un passo indietro rispetto all’edizione di Saint Quentin en Yvelines 2015: alle due medaglie – argento e bronzo – rimediate dodici mesi fa, corrisponde una sola conquistata stavolta al LeeValley VeloPark di Londra. Ma sono le prestazioni a parlare, a testimoniare la bontà del tanto ed egregio lavoro compiuto nel tempo dai commissari tecnici Marco Villa ed Edoardo Salvoldi.

E tra le performance, ricordiamo, in particolare, quel capolavoro compiuto da Filippo Ganna nell’inseguimento individualeDiciannove anni, ancora in attesa del passaggio tra i professionisti nelle file della Lampre-Merida, il ragazzone di Verbania si presenta ai nastri di partenza da sconosciuto ai più e lascia Londra con una medaglia d’oro al collo e l’iride splendente sul petto. La portata del suo gesto tecnico è tutta nei dati statistici: un nuovo oro mondiale giunto diciannove anni dopo l’ultimo portato a casa da Silvio Martinello nella corsa a punti nel 1997; un nuovo oro mondiale nell’inseguimento 40 anni dopo quello di una leggenda come Francesco Moser.

Lasciamolo crescere, Filippo, e non carichiamolo di pressioni che, alla sua età, possono essere letali ed impedire la giusta maturazione di un sicuro talento che tante soddisfazioni potrà regalarci in futuro. Lasciamo crescere anche i ragazzi dell’inseguimento a squadre: straordinario il record italiano – risalente al 1996 – fatto registrare dal quartetto Viviani/Consonni/Lamon/Scartezzini.

Poco importa se non è arrivato il pass per i Giochi Olimpici di Rio 2016. Lavoreranno in funzione del prossimo quadriennio olimpico, mentre con l’entusiasmante pensiero di Londra convivranno, nei prossimi cinque mesi, le ragazze dell’inseguimento femminile e Francesco Ceci nel keirin, ultimo a staccare il biglietto per l’evento a cinque cerchi brasiliano. Fu il solo Viviani a rappresentarci a Londra 2012, saranno tre specialità che a Rio vedranno in lizza atleti italiani.

C’è una delusione, inutile nasconderlo, e si chiama proprio Elia Viviani: il leader della nostra spedizione manca l’appuntamento con il podio nell’omnium, ma la sua rabbia dovrà essere tramutata, proprio nella prossima estate, in energia positiva per battere Gaviria & Co. E bisogna comunque ringraziarlo, il veronese del Team Sky, per la scelta di continuare ad abbracciare pista e strada, districandosi nei tanti appuntamenti che il calendario propone e ponendosi come punto di riferimento per gli altri giovani atleti che fanno parte della nostra nazionale.

Lasciamo Londra con molta soddisfazione e qualche rammarico“, analizza il Presidente della Federciclismo Renato Di Rocco, che evidenzia come tutti gli atleti abbiano rispettato o migliorato le loro prestazioni e coglie l’occasione per ringraziare l’intera squadra, dai tecnici allo staff, per essersi prodigata al fini del raggiungimento dei massimi risultati.

A chiudere in testa al medagliere è la Gran Bretagna che, malgrado alcune cocenti delusioni – su tutte l’inseguimento a squadre – riesce a cogliere due ori nell’ultimo giorno grazie a Laura Trott e alla coppia Bradley Wiggins/Mark Cavendish nel madison. A completare il podio finale sono Germania e Australia, mentre l’Italia chiude la top ten con il già citato oro di Filippo Ganna.

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