Dal ritiro degli azzurri arrivano pesanti critiche dal primo cittadino di Mangaratiba, il sigorn Capixaba.
Il sindaco della città che ospita la nazionale italiana ha dichiarato pubblicamente che gradisce poco gli italiani, poiché la sede del ritiro l’ha paragonata ad un bunker: “Sembra che lì dentro ci sia Obama, è tutto chiuso (cit)”. Ma ad infastidire molto Capixaba è soprattutto il mancato pagamento di 20 mila euro promessi dal consolato italiano al comune di Mangaratiba.
Il sindaco ha definito gli italiani letteralmente antipatici a Folha de Sao Paulo, famoso quotidiano brasiliano. La nostra Nazionale ha necessariamente adottato delle consistenti misure di sicurezza per proteggere la privacy dei giocatori e degli allenamenti. Forse si è creato un eccessivo distacco con le autorità locali, ma nella coppa del mondo è del tutto normale che ciò accada. Polizia, esercito, marina militare, vigili del fuoco sono stati schierati intorno alla struttura alberghiera che ospita gli azzurri.
La stampa può accedervi soltanto per circa un’ora la mattina, poi deve lasciare il bordo campo. Nessun allenamento è stato aperto al pubblico e sono stati proibiti contatti con la popolazione locale. Niente di strano, le ragioni sono ovvie. La gente del posto forse si aspettava che i giocatori fossero più disponibili, ma Prandelli, lameno in questa fase, preferisce tenerli all’interno della struttura.
Qualche giorno fa il sindaco Capixaba voleva consegnare un regalo a Balotelli, un cavallo di legno,ma gli addetti ala sicurezza non lo hanno lasciato passare. La Figc ha reso noto che il 21 a Natal, prima della partita contro l’Uruguay, l’Italia aprirà i cancelli al pubblico.